Storia della città

Parma veduta aerea

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Le origini della città di Parma sono molto antiche: tracce della presenza dell’uomo, riconducibili al Paleolitico Inferiore, sono state ritrovate sulle colline di Traversetolo e nel bacino montano del fiume Taro. Le numerose terremare ritrovate nella provincia – da terra mara o terra marna, cumuli di terreno nerastro, costituiti da insediamenti racchiusi da un argine e da un fossato connesso a un corso d’acqua – sono invece testimonianze dell’Età del Bronzo. Fondata nel 183 a.C. dai Romani, Parma divenne da subito un importante centro di riferimento per tutta la pianura circostante: la costruzione della Via Emilia (187 a.C) favorì un profondo e rapido sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento ovino in tutto il territorio circostante.

Nel 569 la città fu conquistata dai Longobardi e divenne sede di Ducato. Un nuovo sistema di comunicazioni iniziò a sovrapporsi all’orditura romana. Nacque il segmento parmense della Via Francigena. Castelli e ospizi sorsero sempre più frequentemente per assicurare ospitalità e assistenza a pellegrini e viandanti. A partire dal IX secolo, nuclei monastici prevalentemente benedettini promossero un’azione di bonifica del territorio, che consentì la ricolonizzazione e il recupero delle terre all’agricoltura.
Progressivamente i vescovi assunsero potere temporale e Parma diede ben due antipapi – Onorio II e Clemente III – al conflitto tra potere religioso e politico sulle investiture. La costituzione del Comune, intorno al 1140, segnò l’inizio della rinascita della città dopo il periodo di disgregazione altomedievale.

I conflitti interni, che videro contrapporsi al predominio ghibellino le famiglie filopapali (Sanvitale, Rossi, Lupi) culminarono nello scontro del 1248 e nella sconfitta dell’imperatore Federico II. Parma venne conquistata dai Visconti per passare agli Sforza (1440-1500), che dominarono per mezzo delle grandi famiglie signorili: i Pallavicino, i Rossi, i Sanvitale, i Da Correggio.
Dal 1500 al 1521 la città passò ai francesi, quindi alla Chiesa. Nel 1545 Papa Paolo III, allo scopo di creare uno stato cuscinetto tra lo stato della Chiesa e il potere spagnolo in Lombardia, assegnò il ducato di Parma e Piacenza al figlio PierLuigi Farnese. Da allora, grazie anche alla loro disponibilità finanziaria e patrimoniale, i Farnese regnarono incontrastati per due secoli. La città divenne una grande capitale, ricca di monumenti e opere d’arte.

Con l’estinzione dei Farnese (1731), il Ducato passò a Carlo di Spagna, figlio di Elisabetta Farnese e di Filippo V, e grazie alla pace di Aquisgrana (1748), aggiunse ai suoi territori anche buona parte della bassa reggiana.
Dall’influenza spagnola si passò poi a quella francese: la politica riformatrice di questa dinastia, forte della cultura illuminista, consentì al Ducato di riprendersi.Dopo il 1759 la decisa azione del primo ministro Guillaume du Tillot impostò uno stato moderno, fondato sull’organizzazione civile e sull’economia industriale.

Il Congresso di Vienna del 1815 assegnò il ducato a Maria Luigia d’Austria, seconda moglie di Napoleone Bonaparte, che governò dal 1816 al 1847 avviando una politica di stato assoluto con ministri di origine straniera. Il prestigio della “amata sovrana” fu tale che il Ducato non ebbe a risentire dei primi moti risorgimentali. Nel 1847, alla morte di Maria Luigia, il Ducato tornò ai Borbone. Il plebiscito del 1860 decise l’annessione al Piemonte e quindi al regno d’Italia. Con la costituzione dello stato unitario, Parma risentì fortemente del declassamento da capitale di Stato a semplice capoluogo di provincia, con una grave crisi sociale ed economica.

Ai primi del Novecento Parma vide il diffondersi delle organizzazioni sindacali e socialiste e la sempre più forte opposizione al regime fascista che si stava affermando in Italia. Tale contrapposizione visse il suo momento più drammatico nell’agosto 1922, quando Italo Balbo cercò di entrare nel popolare quartiere dell’Oltretorrente di Parma. I cittadini si organizzarono riuscendo a respingere gli squadristi con le famose barricate. Durante la seconda guerra mondiale, gli ingenti danni causati dai bombardamenti e i numerosi scontri, favorirono la formazione, specie nelle valli del Taro e del Ceno, di zone libere controllate dai partigiani fino alla liberazione del 25 aprile 1945. La ricostruzione e lo sviluppo economico del secondo dopoguerra, ridiedero slancio a Parma che incominciò ad affermarsi nell’industria alimentare e a riprendere posizione nel mondo artistico e culturale, anche grazie al recupero del suo patrimonio e al rilancio delle sue tradizioni.
Dal 2003 Parma è sede dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA). Nel dicembre 2015 è stata insignita del titolo di Città creativa della Gastronomia Unesco.
Nel 2017 Parma festeggia i 2200 anni della sua fondazione.

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