Incisore e acquerellista, Paolo Toschi nasce a Parma nel 1788 e qui muore nel 1854
Paolo Toschi studia pittura con Biagio Martini e fa pratica d’incisione nella scuola del francese Francesco Simone Ravenet. La rigorosa impostazione datagli dal Martini convive con atmosfere d’impronta francese di cui l’Accademia parmense è fortemente impregnata.
Abbandonata la pittura si dedica all’intaglio in rame. E’ tra i componenti-fondatori della Società Parmigiana degli Incisori all’Acquerello, attiva tra il 1807 e il 1809. In questa data entra nello studio di Bervic a Parigi, dove perfeziona la tecnica del bulino, e in quello di Oortman, dove affina i processi di morsura all’acquaforte.
Nel 1819 rientra a Parma dove viene nominato direttore dell’Accademia di Belle Arti e soprintendente di ogni iniziativa artistica del Ducato. Toschi tenta di far rivivere, in una corte ormai di provincia, un nuovo mito del classico. Contemporaneamente entra in società con il cognato Isac nello studio di incisione da questi fondato, dandogli una nuova e forte impronta. Acquisita notorietà e prestigio, la scuola d’incisione accoglie studenti da ogni parte, forma valenti bulinisti, e Toschi inizia la pubblicazione di opere di pregio.
Nella complessa iniziativa della traduzione dei cicli pittorici del Correggio e del Parmigianino, finanziata da Maria Luigia nel 1839 evidente è il fine politico-divulgativo che le istituzioni auspicavano e riconoscevano alle accademie.