Francesco Mazzola detto il Parmigianino

Pittore, Parmigianino nasce a Parma nel 1503 e muore a Casalmaggiore, in provincia di Cremona, nel 1540

Parmigianino

Condividi

Il pittore mostra sin da giovane di possedere un eccezionale talento, tanto da dipingere, all’età di sedici anni per la Chiesa dell’Annunziata un Battesimo di Cristo, ora a Berlino. Il vero apprendistato lo fa a fianco del Correggio in San Giovanni: il maestro lo stima tanto da fargli eseguire i due putti che si trovano negli angoli alti del pennacchio con San Luca e Sant’Ambrogio e Caino che uccide Abele nella sottostante base dell’arco. Nel 1522 gli viene commissionata, sempre per la chiesa benedettina, la decorazione dei sottarchi di tre cappelle della navata sinistra.

Le straordinarie doti dell’artista si dispiegano in tutta la loro grandezza a Fontanellato, nel Castello Sanvitale dove, appena ventenne, è chiamato a dipingere un piccola stanza rischiarata solo dalla luce artificiale: una saletta riservata (chiamata di Diana e Atteone) che la moglie del feudatario, Paola Gonzaga di Sabbioneta, usava per ritirarsi a meditare e per ricevere amici e letterati.
Nella seconda metà del 1524 il Parmigianino lascia Parma per recarsi a Roma dove la produzione artistica, favorita dal papa Clemente VII, sta vivendo un periodo estremamente felice. Di qui passa a Bologna e nel 1531 a Parma dove si accorda con gli amministratori della Chiesa della Steccata per affrescare la volta e la nicchia della cappella grande.

Nel contempo Francesco dipinge quadri da cavalletto, realizzando alcuni capolavori assoluti quali la Madonna dal collo lungo, oggi agli Uffizi, Cupido che fabbrica l’arco (a Vienna), il Ritratto di giovane donna o Antea (a Napoli). Lavora pure per la nobiltà parmigiana eseguendo per Galeazzo Sanvitale un affresco nel villino Eucherio Sanvitale, nel Parco Ducale, di cui è rimasto un piccolo frammento.

Quando nel 1538 gli vengono finalmente consegnati i rosoni per la Steccata (che non arrivavano causando motivo di disputa) in pochi mesi completa la volta, con festosi motivi ornamentali e le straordinarie figure delle Vergini sagge e stolte, Aronne, Mosè, Eva e Adamo. Gli amministratori però lo fanno imprigionare per mancato rispetto del contratto, non avendo egli ancora affrescato il catino absidale. Quando l’artista ottiene la libertà, fugge da Parma e si rifugia a Casalmaggiore, dove dipinge la suggestiva e affascinante Madonna col bimbo, i santi Stefano e Giovanni Battista e il committente, oggi a Dresda.
Dopo pochi mesi si ammala e il 24 agosto 1540 si spegne. Viene sepolto, secondo le sue disposizioni, nella chiesa della Fontana, nudo “con una croce d’arcipresso sul petto”.

Top