Non è facile parlare della propria città e del suo territorio e ancora più difficile descrivere la sua anima.
Raccontare la propria terra è spesso una sfida. Per questa ragione abbiamo deciso di dedicare uno spazio del nostro sito ai racconti di chi questo territorio lo ama e lo vive tutti i giorni.
Il racconto che segue nasce dal progetto GiraEmilia, con lo scopo di dare visibilità ai luoghi più belli e meno conosciuti delle città di Parma e Reggio Emilia attraverso la voce e la professionalità delle guide turistiche di Emilia.
Buona lettura!
Con gli occhi di un pellegrino – La Via Francigena a Parma
di Elisabetta Ivaldi
Ho sempre amato la storia antica e in particolar modo il Medio Evo. Lavorando come guida turistica a Parma e in Emilia Romagna ho potuto constatare che ci sono tanti fili che collegano le città della mia regione: tradizioni, usi, la gastronomia….
Uno di questi è senz’altro il tracciato della via Emilia.
Costruita dal Console Marco Emilio Lepido nel II sec. a.C. da Piacenza a Rimini, è stata fino agli anni ’60 la più importante strada di collegamento tra il Nord e il Centro Italia, vera propria cerniera tra il Po e gli Appennini.
A partire dal X secolo venne assorbita nel cammino di pellegrinaggio più famoso dell’antichità: la via verso Roma e la Terra Santa, chiamata anche via Francigena.
La prima testimonianza scritta che ci parla di questo cammino risale al 990 a mano dell’Arcivescovo di Canterbury Sigerico che descrisse tutte le 79 tappe che da Roma lo portarono a casa dopo aver concluso il suo pellegrinaggio sulla tomba di San Pietro.
Un vero e proprio diario di viaggio, molto dettagliato, con descrizione dei luoghi di sosta e informazioni pratiche, utili ai futuri pellegrini in un’epoca in cui era difficile fare girare le notizie. Sigerico in realtà non passò da Parma perché prese la variante che da Fornovo lo portò direttamente a Fidenza, ma chissà quanti altri pellegrini invece scelsero di passare per la città.
E da qui è nata l’idea di ricostruire virtualmente la città medievale presentandola ai visitatori attraverso il mio racconto.
La visita può avere andamento Ovest-Est o viceversa pensando a chi si stava recando a Roma oppure a chi tornava verso casa.
Mi piace partire da Ovest, dal luogo dove si trovava, dal 1210, la porta di ingresso in città: porta Santa Croce. Le mura a Parma non ci sono più e sono sparite quasi tutte le porte, ma a memoria di quel luogo resta la chiesa, la prima grande chiesa che appariva davanti ai pellegrini una volta entrati in città: il luogo dove era custodita una reliquia della Croce di Cristo e per questo chiamata Santa Croce. Una chiesa del XII secolo a cui è stata accorciata la navata e rifatta l’abside, ma che, nonostante queste mutilazioni, trasmette ancora tutta la potenza dell’immaginario medievale nell’espressività dei suoi capitelli.
Proseguendo lungo la via Emilia (oggi via D’Azeglio), si incontra prestissimo il lungo edificio dell‘Ospedale Vecchio: fu in questa zona di Parma che il cavaliere teutonico Adolfo Tanzi fondò il primo Hospitale per accogliere viandanti, malati e pellegrini. Col tempo la struttura si ingrandì e divenne, a partire dal XV secolo, il più grande Hospitale e poi unico Ospedale della città fino al 1926. Oggi sono in corso i lavori di restauro per il recupero della “grande crociera” centrale che diventerà il Museo della città.
Sull’asse della strada, proseguendo verso il torrente, si incontrano altre tracce di luoghi oggi quasi invisibili o scomparsi: diversi Hospitalia quali quello di San Giacomo che offriva vitto e alloggio gratuito per tre giorni ai pellegrini diretti a Santiago di Compostela, l’altro di San Gervasio e quello di San Giovanni Battista totalmente scomparsi. Al loro posto oggi si trova la grande mole della barocca chiesa francescana dell‘Annunziata risalente al 1566. Un’opera rivoluzionaria dal punto di vista architettonico per la parete flessibile visibile all’esterno e per l’enorme ovale trasverso della volta al suo interno.
Siamo così arrivati al ponte che dall’Oltretorrente, la parte occidentale, conduce alla zona dove Parma venne fondata, considerata da sempre la parte nobile della città.
Prima di continuare però dobbiamo scendere nel sottosuolo dove, negli anni ’50, vennero trovati gli archi del vecchio ponte di pietra, sotterrato perché divenuto ormai inutile. Nel 1177 infatti il torrente Parma spostò il suo corso di qualche decina di metri verso ovest a seguito di un’alluvione e così il vecchio ponte senza più l’acqua sottostante venne ricoperto di detriti e dimenticato. Oggi sono visibili due arcate che sono state datate al IV sec. d.C. e nelle vetrine posizionate attorno sono visibili diversi reperti, monete, parti di sculture in marmo e in bronzo, oggetti di uso quotidiano, ritrovati durante gli ultimi lavori di scavo nella piazza della Ghiaia, il vecchio letto del torrente rimasto asciutto e da subito trasformato in piazza del mercato.
Il nostro pellegrino avrebbe quindi visto qualcosa di diverso rispetto a quanto vediamo noi oggi!
Siamo ormai arrivati in piazza Garibaldi, cioè la piazza Grande medievale. Qui gli unici due palazzi che presentano ancora tracce originali del XIII secolo sono il Palazzo del Comune (ex palazzo del Podestà) e Palazzo Fainardi (ex Domus Civitatis): le recuperate bifore e trifore ci riportano all’aspetto originario che avranno visto milioni di viandanti e pellegrini una volta giunti nel centro città. Molti edifici sono stati sostituiti da nuove costruzioni nel periodo post-bellico e oggi la piazza si presenta come un libro su cui leggere le diverse epoche che ha attraversato.
Il Palazzo del Governatore del tipico colore giallo Parma ha oggi l’aspetto settecentesco che ha nascosto l’originale costruzione dei due Palazzi dei Mercanti.
Una volta giunto qui il nostro pellegrino cosa avrà mai fatto?
Dopo essersi ristorato in qualche osteria e avere trascorso la notte in uno dei tanti Hospitalia della città si sarà rimesso la bisaccia in spalla pronto a ripartire.
Prima però sarà sicuramente passato ad ammirare lo splendore di piazza Duomo, dove Benedetto Antelami aveva da poco terminato il pontile all’interno della Cattedrale (1178) e dato inizio alla costruzione di uno degli edifici più straordinari dell’epoca medievale, il Battistero (1196).
Ritemprato nel corpo e nello spirito ecco il nostro viandante riprendere il cammino verso Roma.
Due erano le strade di uscita: la via Emilia proseguendo verso est oppure la via dei Genovesi (oggi via Farini) per scavallare gli Appennini in direzione Liguria. In questo caso si doveva passare da Porta Pidocchiosa! Vi invito a cercare su di una pietra alla base di un’antica casa torre, l’immagine del pidocchio stilizzato a memoria del passaggio di mercanti, viandanti e pellegrini che sicuramente non badavano troppo all’igiene personale e portavano con sé questi fastidiosi ospiti tanto da
immortalarne uno sulla pietra!
E con questo curioso dettaglio termina il nostro percorso in città e il nostro viaggio nel tempo.
Elisabetta Ivaldi
Guida turistica per Parma e l’Emilia Romagna. Guida ambientale-escursionistica, accompagnatrice turistica. Specializzata in percorsi storico-artistici, musicali e gastronomici. Visite in bicicletta. Corso Sommelier AIS (I livello). Corso assaggiatore Parmigiano Reggiano (I livello). Lingue parlate: russo, inglese, francese, spagnolo
contatti > +39 3285718262 – parmatourguide@gmail.com